Khareba Winery - Red Georgian wine 2012


Un vino robusto, persistente, pieno, che riscaldi le fredde serate invernali? L’ho trovato in Georgia. E’ il Khareba, vino portabandiera di Khareba winery nella parte occidentale della Georgia, da un un’uva autoctona e molto antica, Sapheravi.


Siamo in Georgia, una nazione stretta tra il mar Nero e il Caucaso, culla della civiltà e della produzione vinicola mondiale. Qui sono stati trovati orci interrati, risalenti a 8.000 anni fa, contenenti calchi di vinaccioli! La zona di Kakheti è tra le più produttive e rinomate per la produzione di vino, grazie a terreni fertili e limosi, particolarmente favorevoli all’allevamento dei vigneti. Nella zona proprio di Kakheti, Imereti e Lechkhumi, Khareba winery conduce circa 1000 ettari di vigneto, le cui uve, Tsitska, Rkatsiteli, Usakhelouri e Saperavi, sono vinificate secondo moderne tecnologie, per una produzione annua di circa tre milioni di bottiglie.



Costruita nel 2004, la struttura di Khareba si basa su tunnel, alcuni anche di 800 metri, all’interno dei quali, a temperature fresche e costanti sono conservate alcune migliaia di bottiglie. 
Il vino Khareba appartiene alla tipologia “europea” diversa dalle tipologie affinate in anfora, qui chiamate “qveri” ed è ottenuto da un blend di sapheravi, uva autoctona dalla buccia doppia e di un blu intenso, tipicamente allevata in microzone come Kardanakhi e Bakurtsikhe, dal tipico terreno ricco di carbonato e calcio.



Dopo la vendemmia manuale, le uve subiscono una doppia selezione manuale in cantina, sono diraspate e la prima fermentazione avviene in serbatoi di acciaio italiano (l’azienda ne fa un vanto di utilizzare macchinari tricolore), per poi essere trasferito in barrique di rovere francese di 250 hl per circa un anno.
Dal momento in cui ho tagliato la capsula ed estratto il sughero monopezzo che custodiva la bottiglia, è stato immediato l’effluvio di note odorose di lamponi ed amarena. Ancora più curioso vederlo suntuoso e lento scendere nel bicchiere.
Con il suo colore intenso, compatto, impenetrabile, concentrato, rimanda alle brulle colline che degradano verso il mar Nero. Al naso, si manifesta con un’esplosione di frutta scura, dalle note dolci di mirtillo a quelle più legnose della liquirizia, ritornando poi di nuovo alla genziana, rabarbaro e di nuovo mora, prugna. Al naso mi ha così affascinato che le mie aspettative al palato sono molto alte e …. per niente deluse. In bocca, l’impatto è immediato, entrando voluttuoso ed elegante, avvolgendo completamente il palato con un tannino elegante e ben dominato. Di nuovo, inspirando, note di violetta appassita, tuberosa e frutta rossa in confettura, fragolina di bosco e ribes, lasciando poi un retrogusto gradevolmente amaro di rabarbaro e caffè, con dei tannini eleganti e composti, che prolungano le sensazioni gusto olfattive. Una sorpresa. Un vino pieno, che quasi non necessita di accompagnamento, tanto complesso, da bastare a se stesso.


Georgian red wine - 14%
Prezzo a scaffale: € 22,00 - sughero monopezzo

Commenti